PUSHKAR
Il lago sacro a Brahma
All'inizio di Kartika, l'ottavo mese del calendario lunare hindu, i
cammellieri del deserto del Thar, adornati i loro cammelli con treccine e nastri multicolori, si mettono in cammino per
raggiungere Pushkar, uno dei più importanti luoghi sacri induisti. Qui, nella settimana antecedente il plenilunio, si tiene,
unica nel suo genere, una delle maggiori fiere indiane: la Camel Fair, la fiera dei cammelli.
Pushkar, uno dei principali siti sacri dell'Induismo, è una piccola e tranquilla cittadina distante solo undici chilometri dalla
grande e vivace città di Ajmer, il più importante luogo di pellegrinaggio musulmano d'India, e centoquaranta da Jaipur, la
capitale del Rajasthan.
Adagiata sulle rive di un piccolo lago dalla forma perfettamente circolare, quasi una goccia di pioggia caduta dal cielo sul
terreno arido e sabbioso, non è consacrata a Shiva o a Vishnu veneratissimi in tutto il sub-continente indiano, ma a Brahma,
il Creatore. Una delle tante leggende narra che il dio Brahma si trovasse in quest'angolo di deserto alla ricerca di un luogo
propizio per celebrare un sacrificio vedico. Improvvisamente gli si parò di fronte un terribile demone, divoratore di bambini.
Brahma lo affrontò e lo sconfisse con un fiore di loto. Poi, dal cielo, lasciò cadere sul terreno, un petalo che si tramutò nel
Pushkar Sarowar, il lago sacro, un piccolo punto blu in mezzo al deserto. E' sufficiente passeggiare per i vicoli e scendere
ai ghat, le gradinate che circondano il lago, per capire che la leggenda è forse la chiave di lettura della realtà. Intorno al
lago, sorge un intricato insieme di strade, vicoli, case imbiancate a calce, palazzi costruiti nel corso dei secoli da nobili
e sovrani, templi raffinati con le classiche cupole a cipolla dai colori tenui, che si stagliano nell'azzurro del cielo. Sono
circa quattrocento i templi sopravvissuti alla profanazione da parte di Aurangzeb, l'ultimo grande imperatore moghul di questa
cittadina, che emana un fascino ed una quiete particolare. La vita quotidiana è scandita dal suono ovattato di gong e tamburi
e dal brusio delle preghiere recitate durante la puja, un atto di reverenza alle divinità che si esprime attraverso offerte o
cerimonie che si tengono nei luoghi sacri. Tranquilla, silenziosa, quasi sonnolente, Pushkar appare all'improvviso dopo aver
superato il Nag Pahar, la montagna del Serpente, sperone roccioso che si incunea fra le aride distese di sabbia e pietre del
deserto del Thar. Ma con l'inizio del mese di Kartika, periodo corrispondente ai nostri mesi di ottobre-novembre, subisce una
trasformazione radicale. I vicoli stretti e polverosi sono invasi da una miriade di persone; uomini con baffi maestosi che
indossano turbanti dai colori sgargianti, bambini, donne avvolte in bellissimi sarees multicolori, musicisti, burattinai,
acrobati, mercanti, sadhu. Sono venuti per la Festa del plenilunio che ha inizio l'ottavo giorno, Ashtmi, del calendario
lunare e che prosegue fino al quindicesimo giorno, Poornima, il giorno del plenilunio. Ogni anno giungono a decine e decine di
migliaia (oltre duecentomila) con ogni mezzo, non solo dai villaggi di tutto il Rajasthan, ma anche dal Punjab, dall'Haryana,
dal Madhya Pradesh, dal Maharashtra, dal Gujarat, da Delhi. E con i pellegrini venuti per immergersi e purificarsi nelle acque
sacre del lago, giungono a Pushkar una moltitudine di allevatori, pastori e mercanti con decine di migliaia di animali al
seguito: dromedari, cammelli, capre, cavalli. Un gigantesco caravanserraglio ed un immenso accampamento che si distendono
nella piana desertica e sulle basse dune attorno a Pushkar, dando vita ad una delle affascinanti immagini con cui l'India si
è fatta conoscere nel mondo occidentale.
SPETTACOLI, MERCATI E LUNAPARK.
Un'umanità colorata che confluisce in questa piccola cittadina del Rajasthan per comprare e vendere bestiame, per partecipare
e infervorarsi alle corse dei cammelli, per danzare e cantare seguendo i ritmi, le melodie e le danze eseguite da gruppi
folkloristici provenienti dagli stati confinanti, per assistere agli spettacoli circensi offerti da artisti di strada, per
divertirsi ed emozionarsi alle acrobazie aeree di giovanissimi saltimbanchi. Spettacoli seguiti con entusiasmo e partecipazione
da ragazzini e da anziani distinti signori, all'interno del Mela Ground, l'anfiteatro chiuso da tribune in cui si tengono le
manifestazioni organizzate dal Dipartimento del turismo del Governo del Rajasthan. Manifestazioni per divertire e stupire.
Come le mongolfiere che dall'anfiteatro si alzano in cielo e, sorvolando a bassa quota il campo, si dirigono verso il deserto
sotto gli sguardi stupiti ed attoniti di grandi e piccini. Uno spettacolo insolito per i pastori rajputi e le loro famiglie,
che a loro volta si tramutano in un caleidoscopio di immagini per lo sguardo smaliziato di turisti e viaggiatori intenti a
cogliere le loro impaurite, divertite o stupite espressioni. Spaccati di vita, attimi irripetibili che rendono ogni situazione
unica. Sin dal nascere del giorno quando nell'aria frizzante del mattino, con i primi raggi di sole che a fatica penetrano nei
vicoli ancora deserti, camminando di buon passo si raggiunge la zona della fiera per assistere al risveglio dell'enorme
accampamento ed alla ripresa delle attività quotidiane. E' con le prime luci dell'alba, che il deserto puntualmente si
rianima: donne e bambini si affacciano curiosi dai carretti usati come ricoveri per la notte mentre gli uomini ancora riposano
dopo aver trascorso la notte all'addiaccio sulla sabbia umida. C'è chi ha acceso il fuoco per cucinare, chi impasta il chapati
o prepara i forni nella sabbia per cuocerlo. Poco più lontano c'è chi sta accudendo amorevolmente i propri cammelli,
spazzolandoli e strigliandoli per renderli più appetibili ai possibili acquirenti. Camminando fra i vari insediamenti, si
riescono a notare le differenti etnie presenti; su tutte spiccano le donne appartenenti ai gruppi nomadi, dai tratti somatici
vagamente gitani, che indossano gioielli vistosi ed abiti coloratissimi. Attraversando la zona in cui più numerosi sono i
cavalli dalle curiose orecchie con la punta arricciata, si giunge nell'area dove stazionano le carovane di cammelli. Con il
trascorrere delle giornate ed il concludersi degli affari, dopo ore di intense contrattazioni, il numero di animali presenti
si riduce e gli spazi vuoti aumentano. Al tramonto, con i fuochi accesi per cuocere il chapati o preparare il chai, l'atmosfera
si fa più calda e suggestiva. Ed è così per un'intera settimana, fino all'ultimo giorno della festa, quando in un clima di
smobilitazione generale, cammellieri e pastori, caricate le loro poche cose sui carretti trainati dai cammelli ed agganciati
a vecchi trattori, rimorchi con il loro carico umano, si accingono a ritornare ai propri villaggi.
L'area più prossima all'arena del Mela Ground, ("Mela" significa fiera) per un'intera settimana si trasforma in un festoso
luna-park e in uno spettacolare e affollato mercato, in cui attrezzi agricoli, utensili di uso quotidiano, giocattoli,
prodotti artigianali, finimenti e decorazioni per cavalli e cammelli sono posti in vendita accanto ai braccialetti in
metallo, osso, plastica o vetro che fanno parte del corredo di ogni donna indiana. Nella calca, sono loro, avvolte nei
sarees, o sari, colorati impreziositi da gioielli e monili, che, attratte dagli oggetti esposti, trattano con veemenza il
prezzo degli ultimi acquisti. Con il calare delle tenebre, invece, sono le luci del luna-park che fungono da catalizzatore per
adulti e bambini. Rustici tiro a segno ed attrazioni d'ogni tipo sono in piena attività. La gente richiamata dagli imbonitori è
in attesa ovunque: per salire sulle ruote panoramiche, per entrare al circo, nella sala degli specchi deformanti o per assistere
allo spettacolo fornito dagli acrobati che in motocicletta percorrono il giro della morte. Ma c'è anche chi, sul ciglio
della strada, fra un banco che vende monili ed un piccolo improvvisato ristorante, nella polvere e nella sabbia, sta
esercitando la propria professione. Un dentista ha appena effettuato un'otturazione ed ora sta provvedendo a dare una
limatina ai denti del paziente, un anziano signore accompagnato da moglie e figli. Distinto ed orgoglioso mostra gli attrezzi
da lavoro, una grossa pinza ed una lima; aperta la bocca del cliente, illustra il lavoro eseguito e nel contempo
mette al corrente i presenti delle tariffe che applica: 5 rupie per un'estrazione, 15 rupie un'otturazione.
IL BAGNO NELLE ACQUE SACRE.
Ma la fiera di Pushkar non è solo un'occasione di business e di divertimento; il commercio di cammelli e cavalli che ha luogo
prevalentemente nei giorni antecedenti l'inizio ufficiale della manifestazione e nella prima metà della settimana, in quelli
successivi lascia il proscenio alle attività religiose. E la stessa incredibile fiumana umana, dal Mela Ground e dal luna-park
si riversa nelle strette vie che conducono ad uno dei 52 ghat, per immergersi nelle acque sacre e purificarsi. Sono uomini,
donne, bambini di ogni età e casta che silenziosamente si immergono nell'acqua sotto lo sguardo attento ed interessato dei
brahmini intenti a recitare le preghiere rituali. Rapiti dallo spettacolo offerto dalla miriade di colori che si riflette
nelle acque del lago, non rimane che fermarsi sugli scalini ad osservare il mondo eterogeneo e colorato che affolla le
rive dello specchio liquido: uomini dai turbanti multicolori, donne elegantissime avvolte in preziose stoffe colorate bordate
d'oro o d'argento, asceti e sadhu in attesa delle offerte dei pellegrini ed alla ricerca di turisti a cui chiedere denaro in
cambio di una foto. Nel vicino bazar, anima commerciale di Pushkar, e nei pressi dei templi decine di mendicanti e lebbrosi,
in terra, addossati l'uno all'altro, chiedono in elemosina qualche rupia o una manciata di riso.
E nella notte del plenilunio, passeggiando per i vicoli e nei cortili illuminati dal chiarore intenso della luna piena che
risplende in cielo, è facile incontrare gruppi di fedeli intenti a pregare. Sono le veglie notturne di Poornima kartika,
momenti di raccoglimento e preghiera accompagnati dalla deposizione sulla superficie argentea del lago di lumini votivi
accesi. Al piccolo tempio di Pap Mochani, sulla collina che sovrasta Pushkar, il rumore della fiumana umana che a piedi
lascia Pushkar per raggiungere il punto di raccolta dove autobus ed autocarri sono in attesa per riportarli alle proprie
dimore, giunge lontano ed ovattato. Solo quando le migliaia di pellegrini, mercanti e pastori avranno fatto ritorno ai loro
villaggi, Pushkar potrà riappropriarsi della propria vera identità. Sulle scalinate dei ghat che scendono e sprofondano nelle
tranquille acque del lago, le donne potranno nuovamente stendere ad asciugare al sole i sarees multicolori mentre nel silenzio
ritornato sovrano, si diffonderà soffusamente il brusio delle preghiere.
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