" Le etnie nomadi del Kutch "
Nell'inospitale regione del Kutch è presente il più significativo e cospicuo
insieme di comunità tribali del Gujarat. Rabari, Ahir, Bhils, Meghwals, Mochi, Jai, Marwar sono alcuni dei gruppi etnici, giunti
in questo sperduto e desertico angolo d'India a partire dal VII° secolo.
Rabari
Miti e leggende aleggiano sulla storia e sulle origini dei Rabari in Gujarat,
tribù misteriosa come nessuna altra, il cui stile di vita ha incuriosito non pochi ricercatori. Legati a Shiva, da cui secondo
la leggenda discendono tramite il loro antenato Sambal, sono uno degli ultimi popoli nomadi del mondo. Ancora oggi percorrono
rotte millenarie attraverso le aride pianure del deserto del Thar, nell'India nord occidentale alla ricerca di pascoli per le
proprie greggi. Etnia proveniente dall'Afganistan, costituisce la maggiore comunità pastorale del Kutch.
Gli uomini, alti, magri, spesso con lunghi baffi, il capo avvolto in turbanti prevalentemente di colore chiaro, indossano pantaloni
bianchi stretti alle caviglie ed un giubbino, anch'esso bianco, aderente e plissettato sul torace. All'orecchio, quale segno
distintivo, un'orecchino d'oro filigranato (tolyia).
Le donne, affascinanti, avvolte nei loro abiti neri, con le braccia ricolme di gioielli d'argento e d'avorio, le mani ed i piedi
arabescati da misteriosi tatuaggi rossi, hanno il capo coperto da uno scialle nero o rosso; indossano bluse o corpetti che
lasciano nuda la schiena e indossano lunghe gonne nere. Mentre gli uomini conducono al pascolo le greggi, le donne, trattate
sempre con grande rispetto all'interno delle famiglie, si occupano dell'allestimento degli accampamenti e dei bambini che
indossano colorate giubbe damascate e pantaloni a sbuffo.
Ahir
Si presume che gli Ahir siano giunti in Gujarat da Sind e si siano stabiliti
nel Kutch e a Morvi, nel Saurashtra, mescolandosi ad altri gruppi etnici.
Comunità dedite all'agricoltura ed alla pastorizia, gli Ahir si dividono in quattro gruppi principali: Prantharia, Machhoya,
Boureecha e Sorathia. Le donne si vestono e si adornano come le donne Rabare; da esse si distinguono per un pesante anello
d'argento che mettono al naso.
Bhils
Sono una delle etnie più numerose e vivono in diverse zone del Gujarat.
Conosciuti anche con il nome di Kolis, sono divisi in sottogruppi: Tadvi Bhils, Valvi Bhils, Vasava Bhils, Bhil Garasia,
Bhilala. Sono organizzati in grossi gruppi patrilineari chiamati Atak, Odakh, Got e Kul; Atak è un insieme di gruppi che
portano lo stesso nome e che discendono da uno stesso mitico antenato.
I Bhils, il cui nome significa arciere, sono maestri nell'uso di arco e frecce ed hanno mantenuto vive, sino ai nostri giorni,
tradizioni affascinanti, ostentando una innata resistenza alla modernizzazione. Gli ornamenti, i tatuaggi e la pittura del corpo,
soddisfano ancestrali ed artistici impulsi di decorazione; i tatuaggi oltre ad essere una decorazione personale, hanno uno
specifico significato magico e religioso. Praticano una libera attività sessuale; l'unica restrizione chiamata Taboo
consiste nel fatto che, non possono esserci relazioni sessuali fra membri appartenenti allo stesso Totem, ovvero fra
coloro che vivono sotto lo spirito tutelare e protettore dello stesso antenato.
Meghwals
Originari del Rajasthan, i Meghwals conosciuti anche con il nome di Harijan,
appellativo dato loro dal Mahatma Gandhi, vivono in tutto il Kutch. Maestri nella lavorazione di lana, cotone e cuoio, vivono
in gruppi, al di fuori dei villaggi.
Le donne sposate, portano collane e braccialetti fatti con perline ed in particolari occasioni, mettono al naso un elaborato
anello d'oro chiamato Velado; le ragazze non ancora sposate, quale segno distintivo, portano invece una collana
con un pendente in argento raffigurante una foglia.
Garasia
Contrariamente alle altre etnie, i Garasia vivono nell'area di Poshina, alla
confluenza dei fiumi Aakar e Sabarmati, nel nord del Gujarat, al confine con il Rajasthan. Tra i Garasia è generalmente diffusa
la monogamia; i matrimoni si contraggono tra persone dello stesso clan, ma non fra membri dello stesso villaggio e fra persone con
vincoli di parentela. Possono essere combinati o avvenire in seguito ad una fuga.
E' consuetudine per una coppia fuggire per un periodo di prova, in tal caso al padre della sposa viene data come risarcimento
una somma in denaro; se l'unione fallisce, la sposa torna a casa con un'altra somma da consegnare al proprio genitore.
I Garasia credono in Bhagwan, figura del Dio supremo, che non viene mai personificata. Loro offerte tradizionali sono dei piccoli
cavalli in argilla rossa, che vengono posizionati solitamente sotto alberi sacri o vicino a rocce o a sorgenti d'acqua, elementi
che vengono associati alla forza degli spiriti. Poco si sa di questi santuari; legati ad osservanze religiose e rituali i cavallini
di terracotta vengono donati in caso di necessità ed aiutano a mantenere la pace nella vita del villaggio.
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