Affascinante, straordinaria, sconvolgente.
Città di tutte le gioie e di tutte le miserie, Calcutta, è una metropoli in cui povertà, disperazione e caos convivono con immagini incantevoli
e monumenti straordinari. Una città, in perenne movimento, in cui mendicanti, sadhu, venditori ambulanti, lebbrosi, vacche sacre, autobus e
taxi si muovono in una confusione terrificante, fra coloro i quali hanno eletto quale propria dimora, la strada.
Questa era Calcutta nel 1998; una città che oggi, incarna, meglio di altre, una delle mille anime dell'India: quella intellettuale, artistica e
culturale. Ribattezzata Kolkata nel 2001, la città, capitale del Bengala occidentale, ha mantenuto inalterati negli anni, il suo fascino
sconvolgente e le sue straordinarie contraddizioni; qui convivono eleganza e miseria, edifici decadenti e monumenti straordinari. Pur essendo
la povertà una piaga ancora piuttosto diffusa, Kolkata è lontana dall’essere una deprimente baraccopoli. Gli insediamenti lungo i marciapiedi
di vie trafficate sono rimasti a ricordare la disuguaglianza che ha caratterizzato la storia della città come palazzi e monumenti coloniali delle
vie del centro testimoniano la bellezza di cui questa città è capace.
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