" I Castelli catari "
In Occitania, regione creata dalla riforma territoriale con l'unione di Languedoc e Midi Pyrenèes,
per rivedere i Castelli catari, fortificazioni del XII° secolo, che ebbero un ruolo fondamentale durante la crociata albigese contro il catarismo,
movimento ereticale diffusosi in Europa nel periodo medioevale.
Lastours - Complesso fortificato che comprende quattro castelli indipendenti, Cabaret, Tour Régine, Surdespine e Quertinheux, prima catari e
successivamente francesi, eretti nell’XI° secolo ed abbandonati nel 1600. Allineati su una cresta rocciosa, a trecento metri sul livello del mare,
dominano la valle dell'Orbeil, in una zona ricca di miniere di ferro. Citato per la prima volta nel 1067 come proprietà dei signori di Cabaret,
famiglia aderente al catarismo, il complesso comprendeva tre castelli: Cabaret, Surdespine e Quertinheux; fortezze con torri alte e strette,
circondate da abitazioni, le cui fondamenta sono state riportate alla luce da scavi archeologici, nella stretta valle sottostante. La storia narra
che i castelli furono attaccati, dopo la presa di Carcassonne, nel corso della crociata albigese, senza però essere espugnati. Nel 1211 vennero
ceduti e dieci anni più tardi con l’insediamento di una nuova comunità, divennero la sede del vescovo cataro di Carcassonne. Seguì un nuovo assedio,
iniziato nel 1227 e durato due anni, che portò i Catari alla resa, e le fortezze tra le proprietà del re di Francia. Dopo il loro saccheggio, le
fortificazioni furono ricostruite e ampliate; alle costruzioni precedenti, si aggiunse la Tour Régine ed il complesso divenne il centro
amministrativo e militare dei villaggi costituenti la castellania di Cabardès. Con la perdita dell'importanza strategica vennero in seguito
abbandonati.
Puilaurens - Castello prima cataro e poi francese, esistente già nel X° secolo, si trova sul monte Ardu, sperone roccioso a settecento metri
d’altitudine, che domina la valle della Boulzane. Citato per la prima volta in un documento del 958, che avvalla la cessione del castello
e della vallata sottostante da parte del re Lotario di Francia all'abbazia di San Michele di Cuxa ed in cui si menziona anche l'esistenza di una
chiesa fortificata dedicata a San Lorenzo costruita probabilmente in epoca carolingia, dopo essere appartenuto al regno di Aragona, venne
utilizzato come rifugio da numerosi signori catari durante la crociata albigese. Nel 1250 passò in mano francese e cinque anni dopo fu fortificato
per ordine del re Luigi IX e divenne ufficialmente una fortezza difensiva per proteggere i territori francesi dal regno di Aragona. Dopo il
trattato del 1659, che fissava la frontiera franco-spagnola sullo spartiacque dei Pirenei, perse d’importanza; non furono più eseguiti lavori di
manutenzione, ma fu tenuto in esercizio da una guarnigione. Venne definitivamente abbandonato nel XVII° secolo, durante la Rivoluzione francese.
Peyrepertuse - Nella prima metà del XIII° secolo, era un villaggio fortificato raccolto attorno ad un torrione. Il signore del castello,
Guillaume di Peyrepertuse, dopo essersi arreso senza combattere ai tempi della crociata albigese, fu scomunicato per non aver rispettato gli
impegni presi e la fortezza passò in mani francesi. Con il trattato che stabiliva definitivamente il confine tra Spagna e Francia sullo
spartiacque dei Pirenei, perse anch'esso di importanza strategica e dopo essere stato custodito da una guarnigione ridotta, venne abbandonato
durante la Rivoluzione francese e venduto nel 1820. La fortezza, costruita sulla sommità di una roccia
naturale a 800 metri sul livello del mare e le cui mura sono state erette lungo pareti rocciose a strapiombo, occupa un'area lunga circa trecento
metri e larga sessanta, che comprende tutta la sommità della collina. È suddivisa in tre parti: il vecchio castello, la cinta muraria mediana ed
il castello di San Jordi. L'accesso posto a nord al termine di un ripido sentiero, è difeso da un barbacane. Il vecchio castello o fortezza bassa
è costituito da una cinta muraria a pianta triangolare, con due torri semicircolari; all'angolo sud-ovest si elevano il maschio centrale e la
cappella dedicata a Santa Maria, già esistenti durante il periodo cataro, ed una cisterna per l'acqua. Le due strutture sono collegate da un muro
che forma una corte interna, da cui si accede, alla parte intermedia della fortezza, costituita dalla cinta muraria che delimita l’area in cui
doveva trovarsi il villaggio cataro e da cui si accede alla parte alta, in cui si trova il castello di San Jordi, protetto da una cinta muraria
con maschio centrale e ugualmente dotato di una cisterna per la raccolta dell'acqua piovana.
Il castello di Quéribus, situato nel comune di Cucugnan, fu l'ultima fortezza a cadere in mano francese nel 1255. Il sito viene citato
per la prima volta nel 1020; in seguito cadde sotto i domini della Contea di Barcellona, mentre nel 1162 risulta essere tra i possedimenti del
Regno d'Aragona e dieci anni dopo, tra quelli della Contea del Roussillion. Il castello di Queribus non fu inizialmente coinvolto nella guerra
ricordata come la crociata albigese; assunse un ruolo importante nella difesa degli eretici catari a partire dal 1215 ma solo nell'agosto del 1255
le forze reali francesi se ne impadronirono. Come altre fortezze catare, fu ricostruita in funzione anti-aragonese e rimase fino alla fine del
settecento proprietà diretta della corona di Francia, che vi tenne una guarnigione. Il castello eretto su una formazione rocciosa, a 728 metri di
quota, in una posizione strategica, consentiva di sorvegliare il passo di Grau de Maury. Le fortificazioni, suddivise su tre differenti livelli,
risalgono al XIII° ed al XVI° secolo; poco o nulla si sa dell'originale castello cataro. Partendo dal livello più basso si trova l’ingresso ed una
cortina con feritoie rivolte verso il fondovalle per controllare la via d’accesso al valico. Salendo l'angusto sentiero, si raggiunge una seconda
cortina posta a difesa di alcune cisterne; la fortezza posta sulla cima di un crinale roccioso, così come altri castelli catari, aveva come unica
forma di approvvigionamento idrico, l'acqua piovana. Nel terzo livello si trova il dongione poligonale, risalente al XIII° secolo, con mura
alla base spesse quattro metri, che racchiude, all'interno, una grande sala con volta ogivale alta sette metri. Attorno al dongione, una cortina
racchiude il cortile contenente un'ulteriore cisterna ed altre piccole strutture.
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