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"Dalla Catalunya all'Andalusia"
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Un viaggio nella Spagna meridionale, in Catalunya, Comunitad Valenciana ed Andalusia, tra costa ed entroterra in uno dei periodi migliori per il clima e l’assenza della grande ressa estiva.
L’Andalusia, una delle regioni spagnole più affascinanti, unica per storia e culture che nel corso dei secoli ne hanno plasmato l’identità; unica, per i capolavori dell’architettura islamica; per i pueblos blancos, i tipici borghi immersi nella natura dalle case imbiancate a calce; per i canyon del deserto di Tabernas che ci riportano al lontano West americano, utilizzati come set cinematografico in centinaia di film.
E la Catalunya, la regione del Modernismo, con i piccoli borghi ricchi di atmosfera, fonte di ispirazione per grandi e geniali artisti quali Pablo Picasso, Salvador Dalì, Antoni Gaudì; le spiagge ancora deserte, i parchi naturali.
Mercoledì 11 gennaio - Partiamo nel primo pomeriggio ed utilizzando le autostrade A4 e A32 ci dirigiamo verso Susa. Viste le buone condizioni meteo e le strade perfettamente sgombre da neve, optiamo di entrare in territorio francese attraverso il colle del Monginevro. Percorrendo le poco trafficate strade dipartimentali delle Hautes Alpes, raggiungiamo Gap per poi dirigerci verso il parco regionale delle Baronnies Provencales ed oltrepassata Nyons, fermarci all’area sosta di Mirabel aux Baronnies.
Giovedì 12 gennaio - Abbiamo in programma per la giornata odierna un itinerario che alterna strade dipartimentali a tratti autostradali. Il primo tratto è di viabilità ordinaria e ci consente di vedere nell’attraversamento di Suze la Rousse, il massiccio castello del XII° secolo che dall’alto della collina vigila sui vigneti della Côtes du Rhône, e a Bollene, di fermarci presso la boulangerie l’Ovalie dove facciamo scorta di ottimi dolci. Continuando su strade dipartimentali, oltrepassiamo le cittadine di Bagnols-sur-Cèze e Remoulins e dopo aver percorso in autostrada il tratto tra Nîmes e Narbonne, proseguiamo lungo la D6009, che passa a ridosso del parco regionale della Narbonnaise e degli stagni di Sigean e di Leucate. A Perpignan rientriamo per l’ultima volta in autostrada che lasciamo, dopo essere entrati in Spagna, a Figueres, porta d'accesso alla Catalunya. Utilizzando dapprima la C-31 e poi altre strade secondarie che attraversano campi e vigneti, raggiungiamo il borgo medioevale di Pals. Ci incamminiamo per le vie del borgo per raggiungere le millenarie e misteriose tombe antropomorfe scavate nella roccia di Carrer Major e per visitare la torre circolare romanica di les Hores eretta nel XII° secolo, le mura con le poche torri di guardia squadrate rimaste, la chiesa di Sant Pere, dall’interno spoglio e sobrio ed il mirador Josep Pla dove la vista spazia fino al mare. Poi, mentre il sole inizia a calare ci spostiamo a Peratallada, uno dei borghi meglio conservati della Catalunya.
Venerdì 13 gennaio - Dopo il breve giro fatto ieri sera al tramonto, iniziamo la giornata con la visita del borgo medioevale di Peratallada. Saliamo sulla torre di les Hores, camminiamo per le strette stradine acciottolate sfiorando le mura del castello da cui si erge la Torre de l’Homenatge, raggiungiamo piazza di les Voltes con i palazzi che in epoca medioevale, sotto gli ampi porticati ospitavano il mercato e varcato il “portal de la Verge” visitiamo la chiesa di San Esteve situata all’esterno della cinta muraria. Rientrati al camper, ci dirigiamo verso Palau-Sator, altro borgo medievale situato a soli tre chilometri di distanza, più raccolto ma meno interessante di Peratallada. Lo giriamo a piedi, entrando dalla porta della Torre di les Hores di fronte alla quale si trova il vecchio lavatoio del paese ed un pozzo coperto che serviva per abbeverare anche gli animali. Dopo essere saliti al castello, inglobato nelle abitazioni circostanti, la cui costruzione risale al X° secolo, ci rimettiamo in viaggio lungo la C-31 che lasciamo a Sant Antoni de Calonge per proseguire lungo la strada costiera che attraversa località costiere fortemente turistiche, a cui fa seguito un panoramico tratto costiero con la strada che sinuosa si snoda fra vaste pinete lungo una costa frastagliata, ricca di insenature. Nel primo pomeriggio, arriviamo a Tossa del Mar rinomata località della Costa Brava e lasciato il camper al parcheggio di carrer Miramar, ci dirigiamo verso il centro storico cinto da mura merlate. Percorriamo la passeggiata che dalla spiaggia sale sul promontorio costeggiando le mura fino al faro ed ai resti della chiesa vella de S. Vicenc; attraversata plaza Espanya dove ammiriamo la facciata di casa Sanz, raggiungiamo la Cappella di Nostra Senora del Soccorso per ridiscendere tra le vecchie case nel borgo medioevale, molte delle quali ospitano ristoranti e locali per turisti, in questa stagione chiusi.
Sabato 14 gennaio - Lasciamo Tossa del Mar e percorrendo la strada costiera GI-682 raggiungiamo Lloret de Mar, dove abbiamo in programma una camminata all'Ermita di Santa Cristina. Partiamo dalla spiaggia di Fenals e dopo aver percorso il lungomare, saliamo tra i pini marittimi al capo di Roviralta; oltrepassati i giardini di Santa Clotilde, proseguiamo lungo il sentiero che inoltrandosi nella macchia passa sopra le scogliere che proteggono le calette sabbiose di Sao Boadella e di Sa Cova da cui si approda alla Ermita di Santa Cristina, chiesa arroccata su uno sperone roccioso sopra la spiaggia omonima ed alla piccola baia di Treumal. Ritornati al camper, soddisfatti della piacevole passeggiata, decidiamo di rinunciare alla visita del cimitero modernista dels Indians e di partire alla volta del parco naturale del Delta dell’Ebro, uno degli habitat acquatici più importanti del Mediterraneo. Percorriamo per un breve tratto la GI-683 per poi immetterci nell’autostrada AP-7 che aggira Barcellona e Tarragona e scende verso sud; la lasciamo a L’Ampolla per proseguire lungo le strade che si inoltrano nelle lagune interne del parco del Delta.
Domenica 15 gennaio - Di primo mattino ci rechiamo a piedi al punto di osservazione del mirador Encanyissada situato a poche decine di metri dall’area sosta di Casa de Fusta. La laguna è deserta; il silenzio è rotto solo dal canto di qualche uccellino e dal fruscio del vento tra le canne. Ci rimettiamo in viaggio, passiamo per Poblenou del Delta villaggio costruito negli anni ‘50 e dopo un giro per le strade del paese ed una sosta alla moderna chiesetta dove è in corso la S. Messa ci dirigiamo verso la laguna della baia di Alfacs. Camminando lungo tratturi consortili ed argini delle risaie, riusciamo ad arrivare alla baia di fronte alla quale, nelle acque della laguna si ergono le rovine della antica torre di Sant Joan costruita nel 1576 per difendere il porto di Alfacs dagli attacchi dei pirati saraceni. Il ritorno lo effettuiamo lungo la pista che costeggia la laguna Encanyissada dove possiamo vedere diversi gruppi di fenicotteri che lentamente si muovono nelle basse acque della baia. Utilizzando il camper ci spostiamo al parcheggio El Trabucador situato all’inizio della lunga lingua sabbiosa della penisola de la Banya che delimita la baia di Alfacs dove assistiamo, mentre pranziamo, alle evoluzioni di una decina di kyte-surfisti. Ci spostiamo poi al mirador della laguna Tancada e successivamente a Ruimar, dove seguendo i pannelli segnaletici iniziamo una nuova camminata che ci fa toccare i mirador del Garxal e del Zigurat, quest’ultimo situato alla foce del fiume Ebro. Attraverso risaie ora in secca dove possiamo vedere anche i barraques, piccole costruzioni tradizionali in legno, fango e fibre vegetali, ritorniamo a Deltebre e dirigendoci verso Port del Fangar, ci fermiamo a Illa del Mar dove lungo lo specchio d’acqua sono presenti diverse colonie di fenicotteri.
Lunedì 16 gennaio - Lasciamo l’area di Sant Jaume e ci rimettiamo in viaggio lungo la N-340 che attraversa enormi agrumeti e terreni coltivati. La seguiamo fino ad una quarantina di chilometri da Valencia quando ci immettiamo sulla AP-7 molto più trafficata e percorsa da tantissimi mezzi pesanti. Ci rechiamo ad Albalat dels Sorells, al Nomadic camper park ma essendo al completo, proseguiamo verso quello di Betera, dove c’è ancora posto; sbrigate le formalità burocratiche alle 14.30 usciamo dal camper park per raggiungere la stazione della metro di superficie di Horta Vella e prendere il treno delle 15 che in meno di trenta minuti permette di raggiungere il centro città. Scendiamo alla stazione Angel Guilmerà e a piedi raggiungiamo la chiesa des Santos Juanes e la vicina Lonja, la borsa della seta, costruita in stile gotico nel XV° secolo, con le caratteristiche colonne a tortiglione. Passiamo davanti alla chiesa di San Nicolas, oggi chiusa al pubblico, e proseguiamo per piazza della Madre di Dio dove si trovano la torre gotica del Miguelete, la basilica de la Virgen de los Deseamparados e la Seu, la cattedrale del Sacro Calice, costruita sulle vestigia dell'antica moschea di Balansiya, che visitiamo insieme al museo.
Martedì 17 gennaio - Prendiamo il treno delle 10.00 alla stazione di Horta Vella e mezz’ora dopo siamo in città; a piedi raggiungiamo il Mercato Coperto, struttura modernista in ferro che ospita al suo interno tantissime bancarelle di prodotti alimentari che vendono carne, pesce, frutta, verdura e spezie. Ci spostiamo quindi alla chiesa di San Nicolas, ieri chiusa, che visitiamo con l’aiuto dell’audioguida; bellissima, ha interni e volte completamente affrescati, tanto da essere chiamata la Cappella Sistina di Valencia. Transitiamo nuovamente per piazza Mare de Deu ed entriamo nella chiesa della Virgen de los Deseamparados dalla curiosa forma ovale, costruita nel 1652 e passando dalla Cattedrale raggiungiamo le Torri dei Serranos, una delle dodici porte che si aprivano nella cinta muraria della città. Saliamo i centotrentadue scalini per raggiungere la terrazza panoramica da cui si gode di una bella vista sui tetti del quartiere e sui sottostanti giardini del Turia. Riprendiamo la nostra camminata percorrendo i vicoli della Ciutat Vella per raggiungere piazza Redona ed il vicino palazzo del Marques de Dos Aguas con la facciata vistosamente barocca. E’ una zona molto bella, con bei palazzi in stile art nouveau che ospitano negozi, locali pubblici e ristoranti; nulla a che vedere con il quartiere attraversato ieri tra la stazione della metro di Guimerà ed il mercato centrale, dove invece abbondano palazzi in modeste condizioni e numerosi sono i senzatetto. Raggiungiamo il mercato Colon, bella struttura modernista che ospita un polo ristorativo, con bar e ristoranti e dopo una breve sosta ci dirigiamo verso la Città delle Arti e delle Scienze, capolavoro moderno dell’architetto valenziano Santiago Calatrava. Possiamo ammirare il Palazzo delle Arti Regina Sofia; l’Emisferico, edificio a forma di occhio; l’Umbracle, serie di archi a copertura di un enorme giardino; il palazzo che ospita il museo delle Scienze Principe Felipe e l’Agorà, edificio per esposizioni e concerti. Passiamo sotto il ponte de l’Assiut de l’Or che attraversa il vecchio alveo del fiume Turia e ritorniamo verso il centro città, passando dalla plaza de Toros e dalla bella stazione ferroviaria, per raggiungere Plaza de Espanya dove riprendiamo il treno delle 18 che ci riporta a Betera.
Mercoledì 18 gennaio - Ce la prendiamo comoda e dopo le docce ed una bella pulizia interna al camper, alle 12 lasciamo l’area sosta. Utilizzando una delle tangenziali di Valencia ci portiamo nella zona del porto e proseguendo lungo la strada costiera che transita per il parco naturale d’Albufera giungiamo a La Cullera. Continuando lungo la N-322 che si snoda in prossimità della costa, raggiungiamo Benidorm dove ci fermiamo al camper park di Benidorm-Finestrat.
Giovedì 19 gennaio - Proseguiamo verso sud, attraverso la regione della Comunitad Valenciana, ed oltrepassata la città di Alicante ci fermiamo a Elche, città celebre per il suo immenso palmeto. Parcheggiato il camper, ci dirigiamo al parco municipale che ospita al suo interno il famoso Palmeral, che troviamo chiuso per manutenzione; non ci resta che proseguire nella scoperta della città recandoci al Palau d’Altamira (il castello storico) e all'imponente Basilica di Santa Maria. Rientrati in camper, ripartiamo lungo la statale N-340 in direzione di Murcia, dove ci fermiamo all’affollatissima area sosta municipale, in cui sono presenti più di centocinquanta camper, situata nei pressi dei centri commerciali Ikea e Thader. Raggiunta a piedi la vicina fermata della tramvia (linea 1) di Infantas, alle 15 prendiamo il tram che in una decina di minuti ci porta nel cuore della città. Ci addentriamo nel centro storico percorrendo inizialmente l’ampio viale pedonale alberato Gran Via Alfonso X° El Sabio e poi le strette vie fiancheggiate da signorili palazzi d’epoca che ci portano direttamente al Real Casino de Murcia, magnifico edificio ottocentesco che racchiude al suo interno un patio in stile moresco, una ricca biblioteca ed una sala da ballo con lampadari di cristallo. Attraversata piazza Santo Domingo, arriviamo in piazza Cardinal Belluga dove sorgono il palazzo municipale, quello Arcivescovile e la Cattedrale, edificata del XIV° secolo in stile gotico sui resti di una moschea, che presenta una magnifica facciata settecentesca che fonde elementi barocchi e rinascimentali. Dopo una piacevole sosta in plaza de Flores, una delle piazze più suggestive, tra le bancarelle del mercato dei fiori che contornano la fontana con la scultura in bronzo di una fioraia, facciamo ritorno in plaza Circular per riprendere il tram e fare ritorno all’area sosta.
Venerdì 20 gennaio - Attraversate le cittadine di El Palmar, Alhama de Murcia e Totana saliamo verso le montagne della Sierra de Espuña per raggiungere il borgo di Aledo. A piedi ci addentriamo nelle strette vie del casco historico per raggiungere i resti del castello e la Torre dell’Homenaje situati in una posizione molto panoramica. Dopo aver visitato la vicina Ermita di Santa Eulalia, complesso monastico del 1600 la cui chiesa vanta interni interamente affrescati, scendiamo dalla Sierra di Espuña verso Lorca per fermarci a Cuevas de Almanzora. A piedi risaliamo le vie del borgo per raggiungere il Castillo del Marqués de los Vélez e l’attiguo ufficio del turismo al quale chiediamo informazioni per raggiungere le abitazioni rupestri conosciute come Cuevas del Calguerín. Le raggiungiamo utilizzando il camper, essendoci stato sconsigliato di raggiungerle a piedi dovendo attraversare una kasba abitata da braccianti agricoli extracomunitari impiegati nella raccolta degli ortaggi nelle immense coltivazioni della piana. Alle 18 con il sole ormai basso sull'orizzonte ci rimettiamo in viaggio e passando per Vera raggiungiamo la costa. Attraversiamo località turistiche come Garrucha e Carboneras, in questa stagione pressoché deserte, fino ad arrivare ad Agua Amarga nel cuore del parco naturale di Cabo de Gata-Níjar, area nota per essere la zona meno piovosa d'Europa e l'unica nel continente a presentare un clima di tipo desertico.
Sabato 21 gennaio - Dobbiamo attendere le 10, orario in cui la proprietaria arriva in ufficio, per poter pagare la notte trascorsa, lasciare il camper park e dedicarci alla scoperta di un territorio unico, caratterizzato da un entroterra arido e roccioso e da una costa frastagliata con splendide insenature e spiagge bagnate da un mare limpidissimo. Percorriamo a ritroso un breve tratto di strada per recarci ad un mirador posto sopra una di queste spiagge, quella suggestiva, in ciottoli bianchi di los Muertos, così chiamata perché, chiusa tra due promontori, era il luogo dove le correnti portavano spesso i corpi dei naufraghi. Ci rimettiamo in viaggio verso il vicino villaggio di Las Negras, dove lasciato il camper, intraprendiamo un trekking verso la Cala de San Pedro. Ci incamminiamo lungo il sentiero che si snoda in buona parte all’interno tra brulle colline e che si affaccia sul mare solo nell'ultimo tratto, ormai prossimi alle rovine del castello di San Pedro, dove tra la bassa vegetazione a ridosso della spiaggia, troviamo una piccola comunità "alternativa" che vive in tende e capanni rudimentali costruiti con fango e rami di palma. Rientrati a Las Negras, ci spostiamo di pochi chilometri, all’arenile del Playazo di Rodalquilar, dove su un promontorio sorge l'antico fortino di San Ramón, che domina la splendida baia con suggestive formazioni di roccia gialla erose dal mare. Ultima tappa della giornata, il villaggio di la Isleta del Moro; a piedi giriamo per il borgo marinaro, salendo al mirador situato sul promontorio accanto al piccolo porto, per goderci la vista sulla costa.
Domenica 22 gennaio - Iniziamo la giornata raggiungendo nuovamente la costa ed in particolare la spiaggia di sabbia dorata di Los Escullos su cui sorge il Castillo de San Felipe, costruzione del XVIII° secolo, ancora in ottime condizioni ma deturpato dalla presenza di un ristorante e di una discoteca addossati alle mura. Un vero peccato, considerata la bellezza della zona, con le scogliere di roccia vulcanica ed una spiaggia utilizzata come location per numerosi film, tra cui "Indiana Jones e i predatori dell'arca perduta" e dove notiamo anche il relitto di uno yacht a vela, il Sayonara. Risaliti in camper raggiungiamo San Josè, moderna località turistica quasi deserta in inverno, e senza entrare nel centro abitato, proseguiamo lungo la sterrata strada costiera, gratuita in inverno, che conduce ad una serie di spiagge e calette. Ci dirigiamo dapprima alla Playa de Mónsul celebre per le sue formazioni rocciose laviche ed un'alta duna sabbiosa, anch'essa immortalata in diverse pellicole. Quindi ritornando sui nostri passi ci fermiamo alla Playa de los Genoveses, ampia insenatura sabbiosa protetta da promontori con bassa vegetazione, il cui nome deriva da una flotta genovese che vi trovò riparo nel XII° secolo. Proseguendo lungo la costa verso l'estremità meridionale del parco, raggiungiamo il faro di Cabo de Gata, situato in una posizione spettacolare, sulla punta di un promontorio, battuto dal vento e affacciato su una costa aspra e frastagliata. Concludiamo la giornata fermandoci alla suggestiva chiesa di Las Salinas costruita a ridosso della spiaggia ed in ultimo, costeggiate le saline attualmente asciutte, al piccolo porto di pescatori che si trova accanto ad un vecchio fortino, da cui proseguiamo fino alla periferia di Almeria assistendo ad uno splendido tramonto sul mare.
Lunedì 23 gennaio - Dal periferico parcheggio sul mare, ci spostiamo nella zona portuale di Almeria, dove lasciamo il camper nel parcheggio a pagamento situato sul molo vicino all’imbarco dei traghetti per il Marocco. A piedi raggiungiamo il centro città, per visitare la Cattedrale dell'Incarnazione, imponente chiesa-fortezza edificata nel XVI° secolo, progettata per fungere sia da luogo di culto che da rifugio contro gli attacchi dei pirati ed esternamente molto bella, grazie alla splendida facciata rinascimentale ornata da merlature tipiche delle architetture militari. Saliamo alla statua del Cerro di San Cristobal dove si gode di una vista stupenda che spazia dalle mura, alla città, al porto e scendendo passiamo dalla chiesa di San Pedro, per poi dirigerci verso l’Alcazaba, la cittadella fortificata araba, trovandola però chiusa, essendo oggi lunedì. Attraverso l’antico Barrio La Almedina, caratteristico quartiere con le tipiche basse case variopinte dai tetti piatti facciamo ritorno al molo e ripreso il camper, ci spostiamo nell’entroterra, nel deserto di Tabernas, zona dal paesaggio aspro e arido che ricorda il Far West americano, utilizzata negli anni '60 e '70 per le riprese di oltre cento film western. Ci rechiamo al paese omonimo, vedendo dalla strada il castello, ampiamente ricostruito, che dall’alto domina il borgo per dirigerci quindi verso l’ingresso di uno dei parchi tematici creati nei luoghi utilizzati come set cinematografici. Parcheggiamo all’Oasys mini Hollywood, per intraprendere un trekking che attraverso paesaggi che richiamano quelli delle Bardenas Reales, ci conduce, lungo le gole scavate dal torrente Cautivo, ad un set utilizzato per alcune scene del film “Lawrence d’Arabia”.
Martedì 24 gennaio - Usciamo a piedi sfidando un vento freddo ed una temperatura di soli sei gradi. Ripercorriamo nuovamente la parte iniziale del sentiero di El Cautivo fino a raggiungere il letto asciutto della Rambla de Tavernas in cui camminiamo e che in alcuni punti scorre incassata tra pareti rocciose. Raggiungiamo il Poblado El Condor, set cinematografico ormai in rovina in cui era stato costruito il forte El Condor per il film omonimo con Lee Van Cliff girato nel 1970 e riutilizzato varie volte negli anni seguenti per altre pellicole, l’ultima delle quali è stata “Conan il barbaro” del 1981. Oggi, gran parte delle strutture è crollata, ad eccezione della Pension Coyote, una costruzione effimera in legno, gesso e polistirolo. Ci spostiamo in un altro sito, Western Leone, utilizzato dal regista Sergio Leone per girare “C’era una volta il West”, dove sono ancora presenti in buono stato di conservazione diverse costruzioni: il saloon, la chiesa, l’ufficio dello sceriffo con le carceri, le stalle, che offrono un'autentica atmosfera western. Con il tempo che volge a rannuvolarsi, facciamo ritorno al camper ed utilizzando l’autostrada A-92 raggiungiamo Guadix. Giunti a destinazione, ci spostiamo a piedi per la città, visitando la Cattedrale, la piazza della Costituzione contornata dai portici ai lati, la chiesa di Santiago con la facciata in restauro e costeggiando Palacio de Peñaflor ed il convento delle Clarisse ci rechiamo nel Barrio de las Cuevas, il quartiere troglodita dove gran parte della popolazione vive ancora oggi nelle cuevas, le case scavate nella roccia. Passiamo sotto le mura della fortezza dell’Alcazaba, anch’essa in restauro e raggiungiamo dapprima, piazza padre Poveda con il mirador omonimo, e quindi gli altri due miradores di Cerro de la Bala e di Las Cuevas, dove ammiriamo un panorama unico, con i camini delle cuevas in primo piano e l’Alcazaba e le chiese del centro storico sullo sfondo.
Mercoledì 25 gennaio - Nella notte una leggera spolverata di neve ha imbiancato Guadix ed il paesaggio circostante. Alle 10 lasciamo la città utilizzando l’autostrada A-92 e superato un passo montano a 1200 metri di altitudine, dove gli uliveti leggermente innevati, creano uno spettacolo insolito, scendiamo verso Granada, fermandoci al camper park di Maracena situato alla periferia nord della città. A piedi ci rechiamo alla fermata della tramvia, ed utilizzando il tram, in venticinque minuti ci ritroviamo alla fermata di calle Recongidas, la più prossima al centro, che percorriamo per dirigerci verso l’Alhambra. Uno spuntino in pasticceria ed alle 13 siamo alla biglietteria del complesso monumentale che risale al periodo della dominazione moresca. Acquistato il biglietto completo, visitiamo tutte le aree del complesso: la fortezza militare dell’Alcazaba, il Palazzo di Carlo V, enorme edificio in stile rinascimentale commissionato da Carlo V nel 1527 e situato al centro dell'Alhambra, con un suggestivo cortile circolare e due gallerie colonnate, il Mirador de Daraxa, residenza dell'harem del sultano, il Palacio de Comares, la chiesa rinascimentale di Santa Maria. Alle 15.30, orario in cui abbiamo l’ingresso prenotato, ci presentiamo per la visita di quello che è considerato il cuore del complesso, i Palazzi Nazaríes, un capolavoro dell'arte moresca in cui ogni palazzo si identifica con il sultano che lo fece costruire. Proseguiamo la visita con i Giardini del Partal, il palazzo di Yusuf III, e il Generalife, l'antica residenza estiva dei sultani con gli splendidi giardini ed i giochi d'acqua. Alle 18, dopo quasi cinque ore trascorse nella straordinaria bellezza di un complesso architettonico unico al mondo, lasciamo l'Alhambra per tornare alla fermata della tramvia e rientrare a Maracena.
Giovedì 26 gennaio - Lasciamo il camper verso le 10, dopo aver atteso che la temperatura, scesa sottozero durante la notte, si alzasse leggermente e raggiunta nuovamente la fermata della tramvia raggiungiamo il centro; scendiamo a Recongidas e percorso il corso omonimo ci dirigiamo alla Cattedrale e all’annessa Cappella Reale, visitandole entrambe. Imponente edificio rinascimentale, la Cattedrale colpisce per la sua grandiosità e la splendida abside, mentre altrettanto bella e suggestiva è la Cappella Reale che custodisce i magnifici sepolcri funerari in alabastro dei Re cattolici, Ferdinando d'Aragona ed Isabella di Castiglia. Terminata la visita ci addentriamo nel caratteristico quartiere dell'Albaicín, che attraversiamo, percorrendo strette vie e scalinate tra gli antichi palazzi risalenti al periodo arabo. Raggiungiamo il Mirador e la chiesa di San Nicolás da cui si ha una impareggiabile vista sull’Alhambra che si staglia sulla collina di fronte, per proseguire con la visita del quartiere di Sacromonte dove si trovano le cuevas, le vecchie case scavate nel tufo, trasformate in gran parte in taverne dove si tengono spettacoli di flamenco.
Venerdì 27 gennaio - Ritorniamo con la tramvia per l’ultima volta in centro a Granada, per vedere il Corral del Carbón, l'unico caravanserraglio nazarí conservato in Spagna e la casa de los Tiros, palazzo del XVI° secolo. Passando per plaza Nueva risaliamo la suggestiva Carrera del Darro, la strada che costeggia il fiume ai piedi dell'Alhambra, dove possiamo vedere gli antichi bagni arabi del Banuelo ed il monastero di Santa Catalina de Zafra per poi fare ritorno verso il centro città attraverso il quartiere del Sagrario, passando accanto al monastero di San Jeronimo. Nel pomeriggio lasciamo Granada e ci dirigiamo ad Alcalà la Real. Parcheggiamo accanto alla biglietteria ed unici visitatori, iniziamo la visita alla imponente Fortaleza de la Mota che all’interno della vasta cinta muraria racchiude i resti dell'antico villaggio medioevale riportato alla luce da scavi archeologici, della chiesa abbaziale di Santa Maria la Mayor, edificio gotico rinascimentale in parte restaurato, delle cantine e delle diverse torri difensive, tra cui si distingue il torrione dell’Homenaje. Un luogo molto suggestivo da cui si può ammirare un panorama notevole che abbraccia la pianura circostante, le colline coltivate ad ulivo con le antiche torri di avvistamento musulmane e cristiane, a cui fa da sfondo, il profilo innevato dei picchi della Sierra Nevada.
Sabato 28 gennaio - Prima di lasciare Alcalà la Real ci rechiamo nel centro storico per vedere alcune delle dimore nobiliari che sorgono in città: tra queste, il Palacio Abatial, edificio del XVIII° secolo che oggi ospita un museo ed il convento della Trinidad. Poi utilizzando la N-432, attraversiamo Alcaudete e Baena, cittadine che sorgono in una zona collinare dove per decine di chilometri, il paesaggio è dominato da un'ininterrotta distesa di ulivi a cui si sostituiscono estese coltivazioni avvicinandosi a Corboba. Ci sistemiamo all’area camper di El Higueron, situata nei pressi dell’aeroporto e per raggiungere il centro ci serviamo dell’autobus (linea 02 all’andata, 01 al ritorno) che purtroppo nel fine settimana non ha corse troppo frequenti. Dobbiamo aspettare quello delle 14.20; in venti minuti siamo in piazza della Repubblica Argentina, situata ai margini del vecchio quartiere ebraico della Juderia, un dedalo di viuzze e piazzette che percorriamo per raggiungere, sul fiume Guadalquivir, il Ponte Romano e la Torre de la Calahorra, dove è stato allestito un affollatissimo mercato medioevale. Tornati sui nostri passi, ci rechiamo al monumento simbolo di Córdoba: la Mezquita-Catedral. Costruita nell’VIII° secolo sui resti di una basilica visigota è oggi una delle più importanti testimonianze dell’architettura islamica in Spagna. Enorme, straordinaria, stupenda; parole che non bastano per descrivere un luogo unico al mondo, in cui elementi islamici si fondono a elementi cristiani ed in cui si rimane estasiati di fronte alle ottocentocinquanta colonne in marmo e granito ed agli archi bicolori della grande Sala della Preghiera. Terminata la visita, percorrendo i vicoli della Judería e degli altri quartieri del centro storico, raggiungiamo uno degli angoli più suggestivi di Cordoba, l’appartata Plaza de los Capuchinos al cui centro sorge la croce del Cristo de los Faroles; ne approfittiamo per vedere anche le due chiese che si trovano sulla piazza, il Convento del Santo Ángel e la chiesa di San Jacinto. Ritornati nuovamente nei pressi della Mezquita ci rechiamo a cena in uno dei tanti ristoranti tipici, prima di prendere l’autobus delle 21.00 e rientrare a El Higuerón.
Domenica 29 gennaio - Utilizzando l’autostrada A-4, che attraversa modeste colline coltivate prevalentemente ad ulivi, ad alberi da frutto e nelle zone più pianeggianti, ad ortaggi, ci dirigiamo a Gelves, sobborgo di Siviglia, dove troviamo posto nell'area camper del piccolo porto turistico situato sul fiume Guadalquivir. Il centro città è raggiungibile con l’autobus M140, ma essendo domenica le corse sono ridotte e dobbiamo attendere fino alle 14.30, il transito del primo autobus utile per raggiungere la fermata di Paseo de las Delicias, dove iniziamo la scoperta del centro storico. Passiamo di fronte al palazzo di San Telmo, costruito nel XVII° secolo, oggi sede della Presidenza del Consiglio dell'Andalusia, al palazzo reale dell’Alcazar, splendido esempio di architettura mudéjar, alla maestosa Cattedrale edificata sull'antica moschea degli Almohadi, con la Torre della Giralda, antico minareto trasformato in campanile. Camminando tra la gente che si gode il passeggio domenicale, affollando bar e ristoranti, ci dirigiamo nel cuore del centro storico, piazza San Francisco, su cui si affaccia l'elegante edificio dell'Ayuntamiento, per poi proseguire verso la Plaza de Toros de la Real Maestranza, una delle più antiche di Spagna e raggiungere la Torre dell’Oro, antica torre di guardia almohade che faceva parte del sistema difensivo della città.
Lunedì 30 gennaio - Con l’autobus M140 delle 10 torniamo nuovamente in centro. Poiché questa linea termina la corsa alla stazione degli autobus situata vicino all'isola de La Cartuja, iniziamo la visita dal quartiere di Triana, dove visitiamo il vivace mercato coperto e passeggiamo per le vie del barrio, tipico quartiere popolare con vecchie case, chiese e strade strette. Attraversato il Guadalquivir, raggiungiamo l'Antigua Fábrica de Tabacos, oggi sede dell'Università e la magnifica Plaza de España, l’enorme piazza dalla forma ellittica, costruita in occasione dell'Esposizione Iberoamericana del 1929, attraversata da un canale con quattro ponti che simboleggiano gli antichi regni di Spagna e contornata da un edificio decorato con azulejos che rappresentano le quarantotto province spagnole e narrano le diverse tappe della storia del paese. Risaliti verso il centro, ci addentriamo nel casco antiguo per raggiungere la modernissima e controversa struttura avanguardista, in legno ed acciaio, ideata da un architetto tedesco conosciuta come "Las Setas". Scendiamo quindi verso l’Alcazar nel Barrio di Santa Cruz, l'antico quartiere ebraico, un labirinto di vicoli, piazzette, vecchie abitazioni ed innumerevoli locali pubblici e passando per il Callejon de Agua e per il convento de los Venerables Sacerdotes, ci rechiamo a visitare la Cattedrale, che colpisce per l’imponenza e la ricchezza della pala dell’altare principale e che custodisce il monumentale mausoleo con le spoglie di Cristoforo Colombo. In serata facciamo ritorno a Las Setas, per ammirarla illuminata dai giochi di luce colorati, creati con una serie di effetti luminosi.
Martedì 31 gennaio - E’ il nostro ultimo giorno a Siviglia e con Adriana che rimane sul camper a causa della febbre, raggiungo con l’ormai consueto autobus, il centro città. Mi dirigo ai Giardini di Maria Luisa, un vasto parco pubblico donato alla città dall'Infanta Maria Luisa Fernanda che tra fontane e monumenti, con pavoni, cigni e anatre che si muovono liberamente lungo i viali alberati conduce alla maestosa Plaza de España, da cui raggiungo il casco historico per visitare le chiese di Sant Andres e del Salvador, quest'ultima, imponente edificio barocco costruito sul sito di un'antica moschea. Con una lunga camminata mi sposto sull’isola di La Cartuja per visitare il monastero omonimo che ospita al suo interno il museo di arte contemporanea e mentre cammino, non posso fare a meno di notare, come le aree adiacenti, utilizzate per l'Expo '92, versino in gran parte in stato di abbandono.
Mercoledì 1 febbraio - Lasciato il porto di Gelves, ci dirigiamo verso l’entroterra della provincia di Huelva e percorrendo l’autovia “ruta de la Plata” e la strada nazionale N-433 raggiungiamo i borghi di Nerva e di Minas de Riotinto, situati in un’area mineraria famosa per le miniere sfruttate fin dall'antichità ed in cui l'attività estrattiva, ha creato paesaggi davvero molto particolari. Con Adriana che ancora febbricitante rimane in camper, mi avvio per un trekking nella dismessa area mineraria circostante; il mio obiettivo è vedere le rovine delle vecchie fonderie ed i treni minerari abbandonati. Avventurandomi lungo sentieri appena abbozzati ed evitando le zone esplicitamente segnalate da cartelli di divieto o già recintate con alte reti che delimitano aree non più accessibili, seppure con qualche difficoltà riesco a raggiungere ciò che volevo vedere, una zona mineraria abbandonata dai colori inusuali in cui scorre il Río Tinto, corso d’acqua il cui colore rossastro è dovuto all’elevata concentrazione di metalli quali rame e ferro. Circondati da un paesaggio insolito, - non per niente qui la Nasa sta portando avanti degli studi avendo rilevato un territorio affine a quello presente su Marte - giacciono abbandonati, locomotori e vagoni un tempo utilizzati per il trasporto del materiale estratto dalle miniere. Soddisfatto, affronto il più faticoso ritorno, lungo tracce e sentieri ora interamente in salita e sotto un sole sorprendentemente caldo per la stagione.
Giovedì 2 febbraio - Con Adriana ancora febbricitante esco nuovamente da solo per esplorare ulteriormente la zona di Riotinto. A piedi mi dirigo attraverso il quartiere costruito per i dirigenti inglesi che fondarono la società mineraria, alla Casa 21, edificio vittoriano oggi museo da cui raggiungo il punto panoramico da cui si può osservare l'impressionante bacino della Corta Atalaya, un tempo una delle più grandi miniere a cielo aperto del mondo. In camper ci spostiamo al vicino paese di Nerva all’ingresso del sito di Pena de Hierro. Salgo al mirador dove si può vedere un'altra miniera a cielo aperto, il cui fondo è ora occupato da un lago dai colori suggestivi e raggiungere, passando per la diga del bacino di Tumbanales II, l’area dove un tempo veniva lavorato il rame estratto dalle acque del Río Tinto. Prima di lasciare definitivamente Minas de Riotinto, ci spostiamo nella zona della vecchia ferrovia per raggiungere quelle che erano le rovine delle fonderie dove facciamo un giro a piedi fra i ruderi delle installazioni minerarie; poi seguendo la A-476 ed altre strade locali ci dirigiamo verso la costa di Huelva, arrivando a Palos de la Frontera nel tardo pomeriggio. A piedi ci rechiamo al molo a cui sono ormeggiate le repliche a grandezza naturale della Niña, della Pinta e della Santa María, le caravelle con cui Cristoforo Colombo da qui salpò nel 1492. Passando in paseo de los Escudos davanti al calendario atzeco ed al monumento a los Descubridores, ci dirigiamo per l’ultima visita della giornata, al vicino monastero de la Rabida, eremo francescano in cui Colombo trovò supporto prima di avere l'approvazione dei Re cattolici per il viaggio che lo portò alla scoperta delle Americhe.
Venerdì 3 febbraio - Lasciamo Palos percorrendo la litoranea C-442 che costeggia il parco nazionale della Donana. Ci fermiamo al centro visitatori di El Acebuche, uno dei punti di accesso al parco, punto di partenza di un breve trekking, lungo il sentiero che porta alla Laguna di Huerto y de las Payas. La laguna è scomparsa; da una decina d’anni con la diminuzione delle piogge e della caduta di neve sui monti, la zona si è inaridita. La passeggiata su passerelle di legno rialzate si è comunque rivelata piacevole, attraversando un bosco di pini marittimi e radi cespugli di macchia mediterranea, habitat di cinghiali, cervi e della rara lince iberica. Ci spostiamo quindi ad un altro centro visitatori, La Rocina, per percorrere il sentiero "Charco de la Boca". Qui la laguna è ancora presente ed abbiamo così modo di osservare diversi uccelli acquatici, tra cui fenicotteri e ibis, in un paesaggio caratterizzato da una pineta. Raggiungiamo la vicina El Rocio e ci spostiamo a piedi per le vie sabbiose del borgo, caratterizzato da case bianche in stile andaluso che ricordano un'ambientazione western. Ci rechiamo a vedere la chiesa, l'imponente Ermita de la Virgen del Rocío e passeggiamo per le vie del borgo osservando come molti abitanti si spostino ancora a cavallo. Ci fermiamo fino alle 18.30 per goderci nei caldi colori del tramonto l'atmosfera unica di un luogo così particolare, per poi spostarci sul mare, a Matalascanas per la notte.
Sabato 4 febbraio - Lasciamo il parcheggio ai margini del parco della Donana e percorrendo strade che contornano il parco, passando per Almonte, Coria, e Gelves ci dirigiamo verso Siviglia per prendere l’autostrada AP-4 e raggiungere Jerez de la Frontera.
Domenica 5 febbraio - Lasciamo il camper all’area sosta ed usciamo a piedi. Constatato che, essendo domenica, le linee di autobus dirette in centro e che transitano per l'area sosta non sarebbero state più operative fino al pomeriggio, ci incamminiamo verso il centro. Percorriamo poco più di un chilometro, fino ad una fermata della linea n. 4, dove riusciamo a prendere l’autobus e raggiungere il centro storico. Notiamo un certo contrasto tra la zona periferica residenziale, con ampi viali alberati e bei palazzi ed alcune zone del centro storico, che presentano oltre a diversi importanti palazzi storici anche tante dimore fatiscenti. Ci rechiamo a vedere la stazione ferroviaria, bell’edificio storico, poi raggiungiamo il cuore della città, esplorando una serie di piazze adiacenti come Plaza del Arenal, la piazza principale e Plaza de la Asunción, dove si affacciano l'antico Cabildo, costruito in stile rinascimentale, la chiesa di San Dionisio che presenta elementi moreschi e la annessa torre di guardia de la Atalaya. Vediamo dall'esterno la Cattedrale (chiusa), costruita sopra un’antica moschea e passando sotto le mura dell'Alcázar e di fronte ai tanti locali pieni di clienti domenicali, facciamo ritorno all’area sosta con l’autobus n.16 che ha il capolinea, in centro, alla Rotonda de los Casinos.
Lunedì 6 febbraio - Ci spostiamo ad Arcos de la Frontera uno dei più famosi pueblos blancos dell'Andalusia, arroccato scenograficamente su una rupe, che visitiamo girando a piedi per le strette e ripide vie del borgo. Quindi ci spostiamo a Zahara altro incantevole paesino bianco dominato da un castello moresco, affacciato su un lago artificiale e dopo un giro a piedi ci spostiamo nella vicina Olvera, anch'essa caratterizzata da case bianche, una chiesa imponente ed un castello; arrivandoci durante l'orario della siesta pomeridiana, con i negozi chiusi e quasi nessuno in giro, il paese sembra deserto. Saliamo fino alla chiesa ed al castello per poi riprendere il camper e raggiungere Campillos. Sono le 18, ed essendo ancora chiaro decidiamo di proseguire verso il Caminito del Rey sperando di trovare un posto dove trascorrere la notte ed essere già sul posto per l'escursione prenotata per domani. Purtroppo, troviamo solo stretti stalli per auto e divieti di sosta notturna per camper per cui decidiamo di ritornare a Campillos e fermarci nell’area sosta municipale; domani parcheggeremo nei parcheggi a pagamento non accessibili per la notte.
Martedì 7 febbraio - Dopo quasi tre settimane di cielo costantemente sereno, oggi il tempo è cambiato: il cielo è molto nuvoloso e le previsioni poco incoraggianti. Lasciata l’area municipale di Campillos ripercorriamo la strada fatta ieri sera, che si snoda tra colline boscose e numerosi bacini artificiali il cui livello d’acqua è molto basso a testimonianza che la siccità ha colpito anche questa regione. Raggiunto sotto una fitta pioggerellina l’accesso nord del Caminito del Rey, ci fermiamo nel parcheggio a pagamento ed essendo in anticipo rispetto all’orario in cui dobbiamo presentarci all’ingresso, viste le condizioni meteo con la pioggia in aumento, attendiamo in camper. Improvvisamente una breve schiarita; avendo quasi smesso di piovere decidiamo di raggiungere, per il sentiero di accesso più breve, il punto di controllo presentandoci all’orario previsto. Il tempo sembra reggere ed alle 13 iniziamo il percorso lungo lo spettacolare sentiero che si snoda lungo le pareti verticali della gola del Desfiladero de los Gaitanes, alternando tratti su passerelle sospese a sentieri scavati nella roccia. In un contesto paesaggistico molto bello, percorriamo le prime due passerelle ammirando la gola impressionante, poi purtroppo, nel tratto su terra che precede la terza e più spettacolare sezione di passerelle, ricomincia a piovere intensamente. Per motivi di sicurezza, non ci è viene consentito di percorrere l'ultima serie di passerelle, rese scivolose dalla pioggia, ma veniamo fatti transitare attraverso un tunnel parallelo, con un paio di aperture nella roccia che ci consentono di dare uno sguardo alla gola sottostante, uscendo dal tunnel appena prima dell’alto ponte finale, che attraversiamo, sferzati da pioggia battente e vento forte. Scendiamo con estrema cautela l'ultima scalinata ancorata alla parete rocciosa e raggiunto il sentiero che conduce al borgo di El Chorro, dopo aver riconsegnato il casco protettivo, raggiungiamo la fermata del bus-navetta che ci riporta al parcheggio di partenza, a conclusione di un’esperienza molto bella nonostante il meteo inclemente. Ci mettiamo in viaggio per ritornare verso Cadiz, con l’intenzione di fermarci a Ronda, ma l’area sosta è purtroppo al completo. A Ronda ci ritorneremo; intanto decidiamo di proseguire, tra paesaggi molto belli, verso il parco naturale della Sierra di Grazalema, dove ci fermiamo in un parcheggio alla periferia del villaggio omonimo, da cui si domina la vallata sottostante, confidando nella clemenza del tempo per riuscire a visitare il borgo, l’indomani.
Mercoledì 8 febbraio - La pioggia intensa e le nuvole basse che nascondono completamente il panorama sulla vallata, fanno svanire il nostro programma impedendoci di visitare il borgo come avremmo voluto e con il maltempo che imperversa lasciamo Grazalema, per addentrarci all’interno del parco naturale omonimo, molto bello, selvaggio, con estesi boschi di querce da sughero, un ricco sottobosco e prati, dove pascolano mandrie di mucche. Oltrepassiamo il valico posto a mille metri d’altitudine di Las Palomas per poi scendere attraverso paesaggi verdissimi verso El Bosque, Ubrique ed Alcalà de los Gazules. Raggiunta l'autovia A-381, la percorriamo per un trentina di chilometri, fino a Puerto Real dove ci fermiamo nell’area camper locale. E’ una giornata con un alternarsi continuo di piovaschi e momenti nuvolosi ed anche a Puerto Real, cittadina in prossimità del mare, il tempo non è bello. Ne approfittiamo per recarci alla vicina stazione ferroviaria per consultare gli orari dei treni per Cadice che andremo a visitare domani quando il tempo, stando alle previsioni meteo dovrebbe essere migliore.
Giovedì 9 febbraio - Lasciamo il camper all’area sosta e a piedi raggiungiamo la vicina stazione ferroviaria. Riusciamo a prendere il treno delle 10 proveniente da Cordoba ed in venti minuti siamo alla stazione di Cadiz situata a ridosso del centro storico e della zona portuale. Ci immergiamo subito nelle strette vie del centro fiancheggiate da vecchie case con balconi in ferro battuto, piene di bar, ristoranti e negozi, in una città che ci appare animata e vivace. Ci rechiamo in plaza San Juan de Dios dove si erge il maestoso palazzo in stile neoclassico costruito intorno al 1800 dell'Ayuntamiento e successivamente in plaza de la Catedral dominata dalla Cattedrale su cui risalta la grande cupola rivestita di mattonelle gialle che negli anni hanno perso smaltatura e brillantezza dorata, lasciando spazio al colore ocra della terracotta. Proseguiamo attraverso il vivace Mercado Central dove la gente del posto si reca a fare acquisti ai fornitissimi banchi di pesce fresco e nelle cui vicinanze si trova anche la più antica e alta torre di guardia della città, la settecentesca Torre Tavira parte integrante del Palazzo dei Marchesi di Recaño, un tempo utilizzata per l’avvistamento delle navi in arrivo. Ci spostiamo verso i bastioni che circondano gran parte della città vecchia, passando per il gran teatro Falla costruito in mattoni rossi con archi in stile mudejar e raggiungere i due castelli che proteggono l'accesso alla baia: il Castillo de San Sebastián, collegato alla terraferma da un lungo ponte, ed il Castillo de Santa Catalina, una fortezza a pianta stellare del XVII° secolo. Passiamo anche di fronte alla chiesa di Santa Cruz, l’antica cattedrale, che custodisce affreschi di Goya ed ai resti del teatro romano. Concluso il nostro giro, ritorniamo in stazione dove prendiamo il treno locale delle 14.20; poco più di mezz’ora e siamo pronti a lasciare Puerto Real. Un breve tratto in autovia e poi seguendo le strade costiere che attraversano località di villeggiatura come Conil de la Frontera, Barbate e Zahara de les Atunes ci dirigiamo a Facinas, ultima meta odierna.
Venerdì 10 febbraio - Dopo una notte caratterizzata da vento forte, verso le 10 lasciamo Facinas. Percorsi pochi chilometri ci fermiamo a Bolonia, piccolo borgo marinaro sulla costa dove si trovano le rovine del sito romano di Baelo Claudia. Iniziamo la visita dal piccolo ma interessante museo, per poi esplorare la zona archeologica situata in una posizione incredibilmente suggestiva, a ridosso della spiaggia e nelle immediate vicinanze della famosa duna di Bolonia. Dopo la visita resa impegnativa da raffiche di vento impetuose, camminando sulle passerelle di legno a tratti invase dalla sabbia ci portiamo ai piedi della grande duna. Oltre non riusciamo ad andare a causa del forte vento che solleva la sabbia, trasformandola in minuscoli proiettili. Ripartiamo, lasciando la spiaggia dove a dispetto dei divieti alcuni "folkloristici" personaggi hanno allestito un vero e proprio accampamento con furgoni datati, in gran parte con targa tedesca ed in condizioni tali da sollevare seri dubbi sulla loro idoneità alla circolazione, tanto sono corrosi dalla ruggine. Ci spostiamo nella vicina Tarifa, la città più meridionale dell'Europa continentale, dove cerchiamo di raggiungere a piedi, l'estremità del molo di Isla de las Palomas, considerato il punto di separazione tra il Mar Mediterraneo e l'Oceano Atlantico. Con le raffiche di vento che scopriremo superano i settanta chilometri orari è quasi impossibile camminare; riusciamo a muoverci a fatica, cercando riparo dietro ai muri delle abitazioni. Rapidamente ritorniamo al camper e con cautela a causa dei continui sbandamenti provocati dal vento laterale raggiungiamo La Linea de la Conception, città spagnola al confine con Gibilterra. Con il vento che soffia sempre impetuoso, ci rintaniamo sul camper sperando che domani ci conceda un poco di tregua.
Sabato 11 febbraio - Le raffiche, che nella notte avevano raggiunto i settantotto chilometri orari, si sono leggermente attenuate, ma il vento si fa ancora sentire. Nel porto turistico che ospita anche l’area sosta si cominciano a riparare i danni a vele e tendalini provocati dalla violenza del vento, sulle barche ormeggiate. A piedi ci dirigiamo alla frontiera con Gibilterra; in quanto cittadini UE passiamo in un attimo dopo un veloce controllo del passaporto. Attraversata la pista d’atterraggio dell’aeroporto costruita durante la seconda Guerra Mondiale, tuttora in uso, ed oltrepassate le mura entriamo nel nucleo storico della colonia britannica percorrendo Mall street, la via principale, regno dello shopping. Pur essendo un luogo particolare con un misto di cultura britannica e mediterranea, Gibilterra non ci è sembrata eccezionale e visto il meteo incerto ed il vento ancora forte decidiamo di non salire sulla Rocca che la sovrasta. Facciamo pertanto ritorno al porto per riprendere il camper e lasciare La Linea de la Conception, dirigendoci nuovamente verso l’interno. Ci fermiamo a Casares, abbarbicato su una collina e a Gaucin, entrambi borghi che rientrano tra i pueblos blancos, carini ma estremamente simili. Concludiamo la giornata a Ronda, dove questa volta troviamo posto all’area sosta, con l'intenzione di visitare domani il barrio storico.
Domenica 12 febbraio - Ci spostiamo a piedi e dopo esserci recati ai miradores che consentono viste spettacolari sul Puente Nuevo, l’iconico ponte che scavalca la profonda gola del Tajo, e sulla campagna circostante, andiamo alla scoperta del vecchio quartiere arabo di La Ciudad, che può vantare la presenza di un convento, di un paio di chiese, di un minareto convertito in campanile e di diversi palazzi storici oltre alla porta dell’Almocabar, che costituiva dal XIII° secolo, il punto di accesso alla città. Dopo essere passati a vedere la famosa arena neoclassica inaugurata nel 1785 che ospita anche il museo taurino, ci spostiamo nella zona bassa della città, lungo “il cammino dei mulini” per vedere la gola ed il ponte da una prospettiva diversa. Ci mettiamo quindi in viaggio lungo la bella strada panoramica che attraverso boschi di querce e dirupi rocciosi scende verso la Costa del Sol. Arrivati sul mare, attraversiamo Marbella per proseguire verso Malaga lungo la autovia A-7 e non avendo trovato posto all’area camper della città proseguiamo lungo la costa per fermarci fra Benajarate e Valle Niza in uno dei pochi campeggi aperti.
Lunedì 13 febbraio - Raggiungiamo Malaga, distante circa venticinque chilometri, grazie ai mezzi pubblici e con l’autobus delle 10.30 proveniente da Velez Malaga raggiungiamo il lungomare di quella che è considerata la capitale della Costa del Sol. Iniziamo il giro a piedi dalla Cattedrale dell’Incarnazione soprannominata "La Manquita" in quanto una delle torri della facciata non venne mai completata, per poi inoltrarci nel barrio della Juderia, il vecchio quartiere ebraico, dove palazzo Buenavista, edificio storico dalla tipica architettura andalusa, che mescola elementi in stile mudejar e rinascimentale, ospita il museo della Fondazione Picasso. Una visita molto interessante grazie alla presenza di una vasta collezione composta da oltre duecento opere: quadri, sculture, ceramiche, disegni che spaziano attraverso stili, materiali e tecniche sviluppate dal geniale artista. Dopo la visita ci spostiamo in un altro luogo iconico, piazza della Merced dove sorge la casa in cui Pablo Picasso nacque e trascorse i primi anni di vita. Transitiamo sotto la fortezza araba dell’Alcazaba ed al castello di Gibralfaro situati sulla collina omonima che domina la città, passiamo a fianco delle rovine del Teatro Romano e raggiunta la zona del porto vediamo il "Cubo", la struttura in vetro a quadrati colorati che segnala l'ingresso al Centre Pompidou di Málaga e l'inizio del Palmeral de las Sorpresas, un moderno viale pedonale coperto da una struttura ondulata, eretta lungo la banchina del porto. Proseguiamo verso il quartiere di Soho per visitare il Centro de Arte Contemporáneo ma trovandolo chiuso, facciamo ritorno in centro per prendere l’autobus delle 18.05 che in meno di un’ora ci riporta a Valle Niza.
Martedì 14 febbraio - Percorrendo la strada costiera e l’autovia che funge da tangenziale lasciamo Malaga. Abbandoniamo la costa e su strade secondarie che salgono sui monti a ridosso della Sierra de las Nieves, ci portiamo a Setenil de las Bodegas, villaggio che a differenza di altri pueblos blancos ha le case incastonate all'interno di un canyon sotto una sporgenza rocciosa. Raggiungiamo quello che è considerato il nucleo storico del borgo, percorrendo calle Cuevas del Sol, uno dei vicoli principali e più caratteristici dove molte abitazioni-grotta troglodite sono state trasformate in bar e ristoranti. Percorriamo anche calle Cuevas de la Sombra, sicuramente la via più particolare: qui la falaise sembra quasi schiacciare le case creando una sorta di galleria. Al termine della visita, riprendiamo il camper per raggiungere, dopo aver oltrepassato Ardales, nuovamente la località di El Chorro, per vedere in una giornata senza pioggia, dove nuvole e sole si alternano in continuazione, la parte finale della gola del Caminito del Rey. Attraverso la Valle di Abdolajis ci portiamo poi ad Antequera; alla piccola area di sosta in città non c’è più posto, per cui parcheggiamo in un’area più decentrata e panoramica, da cui si gode una bella vista sull’Alcazaba e sul borgo sottostante.
Mercoledì 15 febbraio - Dopo essere stati nel centro storico di Antequera, aver visto l’Alcazaba e visitato alcune delle numerose chiese barocche, ci spostiamo in periferia per visitare i dolmen di Menga e Viera, due imponenti tombe megalitiche, risalenti a seimila anni fa, simili come costruzione, costituite da mastodontiche pietre che formano un sepolcro sotterraneo con una camera funeraria situata al fondo di una breve galleria. A qualche chilometro di distanza visitiamo un altro sepolcro: il Tholos di El Romeral, formato da due camere funerarie, di cui una, la più piccola, destinata alle offerte, presenta all'interno un altare. Ci spostiamo quindi alla riserva naturale di El Torcal de Antequera, famosa per le particolari formazioni rocciose. Facciamo un trekking, un percorso ad anello che si snoda in un paesaggio montano unico e particolare in cui le rocce formate da sedimenti marini sensibili all'erosione, nel corso dei millenni sono state plasmate da pioggia e vento, creando un ambiente surreale ed inospitale in cui vive lo stambecco iberico, che vediamo in piccoli gruppi, muoversi agilmente tra le rocce durante il trekking. In serata decidiamo di riprendere il viaggio ed utilizzando l’autovia A-92 e la N-432 raggiungiamo Priego del Cordoba.
Giovedì 16 febbraio - Ci spostiamo a piedi per vedere i monumenti presenti in quella che è conosciuta come la "città dell'acqua" per le sue numerose fontane. Passiamo dal castello arabo, dal palazzo della Real Carnicerias, antico macello e mercato, giriamo per le stradine del Barrio de la Villa, il quartiere storico di origine musulmana, caratterizzato da case bianche adornate di fiori in cui numerose sono le chiese barocche: quella dell’Aurora, dell’Assunzione, di San Francesco. Dopo essere stati alla monumentale Fuente del Rey, la fontana del Re, facciamo ritorno al camper per partire alla volta di Baeza, che raggiungiamo attraversando colline coltivate ad ulivo. Dopo aver parcheggiato nell’area sosta situata nei pressi del terminal degli autobus, ci dirigiamo nel centro storico della cittadina diventata insieme alla vicina Ubeda patrimonio dell’umanità per lo straordinario complesso monumentale rinascimentale. Passeggiamo lungo vie e piazze per ammirare i numerosi palazzi - Palacio de Jabalquinto, l’Ayuntamiento, il seminario di San Felipe Neri – la cattedrale e le chiese tutti ottimamente conservati. Terminato il giro, ci spostiamo di pochi chilometri, a Úbeda, altro sito storico rinascimentale.
Venerdì 17 febbraio - Dedichiamo la mattina alla visita del centro storico di Ubeda e camminando per le viuzze del borgo abbiamo modo di ammirare parti delle antiche mura in cui sono ancora presenti porte e torri, i numerosi palazzi signorili tra cui il Palacio de las Cadenas, oggi sede del Municipio e il Palacio del Deán Ortega, e splendide chiese rinascimentali, come la Sacra Capilla del Salvador e Santa María de los Reales Alcázares. Ritornati al camper, utilizzando un tratto dell’autovia A-32 raggiungiamo Puente de Genave per proseguire utilizzando la viabilità ordinaria attraverso i paesaggi montani e boscosi del parco naturale della Sierra de Sagura che contrastano con le estesissime coltivazioni di ulivi attraversate nelle zone collinari. Lasciamo l’Andalusia per la Castilla-Mancha e passando per Elche de la Sierra, Hellin, Jumilla, Yecla e Villena proseguiamo il nostro viaggio verso nord entrando nella regione della Comunitat Valenciana.
Sabato 18 febbraio - Dall’altopiano interno ci dirigiamo verso la costa e dopo aver oltrepassato Gandia e percorso un tratto dell’autostrada AP-7 puntiamo nuovamente alla strada litoranea attraversando, come avevamo già fatto nel viaggio di andata, il parco naturale d’Albufera. Attraversiamo Valencia, passando nei pressi della zona portuale intravedendo in lontananza lo skyline degli edifici della Città delle Arti e delle Scienze di Calatrava per poi percorrere un lungo tratto in AP-7 e superate Sagunto e Castello della Plana raggiungere Peniscola. Lasciato il camper all’area sosta, ci incamminiamo sulla lunga passeggiata a mare che conduce al centro storico arroccato su un promontorio roccioso dominato dal faro e dal castello fatto erigere dai templari sui resti dell’antica cittadella araba. Fortezza, che venne scelta dall’anti-papa Benedetto XIII, ed in cui si trasferì nel 1411 dopo la scomunica, negli anni del grande Scisma d’Occidente che divise l’Europa cristiana del XIV°-XV° secolo. Facciamo sera, perdendoci per le strette viuzze acciottolate del borgo antico, prima di riprendere la bella passeggiata lungomare e fare ritorno al camper.
Domenica 19 febbraio - Dedichiamo la giornata odierna ad un trekking nel parco naturale della Serra d’Irta. Percorrendo la passeggiata lungomare raggiungiamo nuovamente il centro storico di Peniscola e dalla spiaggia di Santa Lucia camminando lungo un sentiero costiero ci addentriamo nel parco che si sviluppa lungo un tratto di costa mediterranea splendidamente conservato, un'area protetta in cui le pinete convivono con la palma nana mediterranea. Passando per Cala Ordí, per la spiaggia di Portonegro e la caletta di l'Arjub, raggiungiamo la torre di avvistamento costiera di Badum, eretta su un'alta scogliera sulla Sierra de Irta da cui domina la spiaggia di Pebret. Rientriamo a Peniscola solamente nel tardo pomeriggio dopo aver percorso circa venti chilometri, soddisfatti per la panoramica passeggiata che si snoda in un bel contesto naturale, sia lungo sentieri che costeggiano scogliere a picco sul mare, sia lungo una pista sterrata che si snoda tra pinete e macchia mediterranea.
Lunedì 20 febbraio - Utilizzando la strada costiera N-340 ci dirigiamo a Sant Carles de la Rapita, uno dei punti di accesso al parco naturale del Delta dell’Ebro. E’ nostra intenzione fare alcune camminate in zone che non abbiamo esplorato durante la precedente visita nel corso del viaggio di andata e così ci dirigiamo alla spiaggia de la Marquesa da cui vorremmo raggiungere il faro del Fangar, situato all'estremità di una lunga penisola sabbiosa. Purtroppo per noi, sono in corso importanti lavori sulla spiaggia; escavatori e quattro grossi mezzi da cantiere sono impegnati nello spostamento della sabbia e l’intera zona è stata interdetta al pubblico. Non ci resta che spostarci a Deltebre per raggiungere la seconda meta scelta per camminare: la stretta e lunga lingua sabbiosa che protendendosi nella baia meridionale del delta, dal Trabucador porta alle saline della Trinitat. Anche qui grandi lavori in corso e zona vietata al pubblico nei giorni feriali; rassegnati, facciamo una passeggiata fino al punto in cui lavorano i mezzi per poi spostarci all’area di sosta di L’Aldea.
Martedì 21 febbraio - Dopo aver dedicato la mattinata alle pulizie del camper, prendiamo la strada per Tortosa dirigendoci verso l'entroterra per salire tra colline coltivate a vigneti ed estesi uliveti fino a Pinell de Brai, dove visitiamo la Cattedrale del Vi, magnifico edificio modernista progettato dall’architetto Cèsar Martinell, allievo di Gaudí. Una costruzione di inizio novecento da sempre adibita a cantina, esempio straordinario di architettura industriale applicata alla produzione vinicola; ancora oggi le navate laterali ospitano gli enormi serbatoi in cemento, che in passato servivano per la lavorazione del vino ed in cui potevano essere stivati dodici milioni di litri. L’edificio, interamente realizzato in mattoni, è costituito da tre navate, in cui spettacolari archi parabolici si intrecciano creando una struttura architettonica incredibile, che unisce funzionalità ed eleganza estetica. Ci spostiamo quindi a Miravet, piccolo e pittoresco borgo adagiato lungo il fiume Ebro, dominato dalle imponenti rovine di un castello templare, che troviamo già chiuso essendo in vigore l’orario invernale che prevede la chiusura alle ore 15. Percorrendo una strada panoramica che attraversa le colline, scendiamo a La Selva del Camp, tranquilla località, non lontana da Tarragona.
Mercoledì 22 febbraio - Lasciato il camper all’interno dell’area sosta ci rechiamo alla stazione ferroviaria per prendere il treno delle 9.30 diretto a Tarragona. Poco meno di mezz’ora di viaggio e scendiamo alla stazione, pronti a scoprire la città e le sue importanti vestigia romane. Vediamo l’anfiteatro, situato in una posizione spettacolare, le mura che sin dal III° sec. a.C. difendono la città, i resti del Circo, dove si tenevano le corse delle bighe, il foro provinciale, la Seu, cattedrale del XII° secolo con un portale imponente e una facciata parzialmente incompiuta a causa della peste che flagellò la città. Camminiamo per le vie del centro storico, il Casc Antic, un misto di rovine romane, stretti vicoli acciottolati tipicamente medioevali e palazzi in pietra, che tuttavia non ci è sembrato così affascinante come ci aspettavamo. Scendiamo anche alla zona portuale, situata nei pressi della stazione ferroviaria, in attesa del treno delle 13.20, con cui, prima di rientrare a La Selva del Camp, raggiungiamo Reus, la città natale di Antoni Gaudì, che possiede un notevole patrimonio di edifici modernisti, opera principalmente di Lluís Domènech i Montaner e di altri architetti dell'epoca. In effetti il centro della cittadina è molto bello ed elegante, con numerosi palazzi signorili costruiti alla fine dell’800 e nel primo decennio del 1900. Molto bella e particolare è Casa Navas, edificio modernista di proprietà di una famiglia di commercianti di tessuti il cui negozio, attualmente chiuso, si apre su piazza Mercadal.
Giovedì 23 febbraio - Lasciamo La Selva del Camp utilizzando l’autovia che scende verso Tarragona, per poi immetterci in una trafficatissima AP-7 che percorriamo fino a Barcellona, dove optiamo di prendere l’autovia che passando da Badalona si snoda, molto meno trafficata, lungo la costa. Proseguendo su strade regionali, oltrepassiamo Girona per dirigerci nell’entroterra, a Besalù. Visitiamo lo splendido borgo medievale, ben conservato e molto suggestivo, a cui si accede tramite un magnifico ponte romanico fortificato, costruito nel XII° secolo sul fiume Fluvià, le cui torri oltre che per scopi difensivi erano utilizzate anche per l’esazione dei pedaggi. Sempre su strade normali ci spostiamo a Peralada, dove nel centro storico ci rechiamo a vedere il castello, bel palazzo con due torri tonde in facciata, costruito nel XIV° secolo accanto ad un convento, che si può ammirare solamente da un cortile interno poiché gran parte della struttura e del parco è oggi occupata da un hotel di lusso e da un casinò.
Venerdì 24 febbraio - Dopo aver fatto una piacevole camminata mattutina sul lungomare di Roses, località balneare affacciata sul golfo omonimo, in cui siamo arrivati ieri sera, e raggiunto il centro città, passando per la Cittadella, imponente fortezza militare a pianta stellare che racchiude all’interno resti archeologici greci e romani, a metà mattino, ci trasferiamo a Portlligat, piccola baia dove Salvador Dalí visse e lavorò per gran parte della sua vita. Ci rechiamo alla casa-museo, dove acquistiamo i biglietti per la visita guidata delle 14.10; visita molto interessante alla dimora, un insieme di casupole di pescatori unite e modificate dall'artista nel corso degli anni e rimasta come Dalí l'aveva lasciata dopo la morte della moglie Gala, prima di trasferirsi al castello di Pujol. È una struttura labirintica, con stanze dalle forme e proporzioni diverse, dove il surrealismo sembra prendere il sopravvento sulla realtà, piene di oggetti personali, quadri, opere d'arte, attrezzature da lavoro e finestre che incorniciano il paesaggio della baia. Visitiamo le stanze private, il laboratorio-atelier, gli spazi esterni: giriamo anche per l’oliveto ed il patio esterno in cui ci sono alcune delle sue stravaganti opere, prima di raggiungere a piedi il vicino borgo marinaro di Cadaqués, che nel XX° secolo fu un importante centro artistico frequentato dai più eccentrici personaggi del movimento artistico di quei tempi, tra cui, oltre a Dalí, Picasso, Miró e molti altri. Adagiato sui rilievi di Cap de Creus, in inverno è un tranquillo villaggio di pescatori, con le case bianche e le stradine strette che percorriamo nel girovagare per il centro storico e per salire alla chiesa di Santa Maria. Ritornati al camper, ripercorriamo un tratto della stretta strada di montagna già percorsa in mattinata per poi deviare verso El Port de la Selva dove concludiamo la giornata con una passeggiata fino al centro del paese.
Sabato 25 febbraio - Affrontiamo la stretta e tortuosa salita che dal porto di El Port de la Selva sale al Monastero di Sant Pere de Rodes, imponente monastero benedettino romanico risalente all’VIII° secolo, situato sulla Sierra de Roses in una posizione spettacolare dove la vista spazia sulla costa, ma che noi tuttavia non possiamo apprezzare a causa delle nubi che limitano notevolmente la visibilità. Decidiamo di proseguire lungo la strada costiera, molto tortuosa ma estremamente spettacolare, in un susseguirsi di calette e scogliere. Superata Portbou, ultima località spagnola, entriamo in Francia e continuiamo il nostro viaggio di ritorno verso casa utilizzando strade nazionali e dipartimentali, evitando le autostrade, che utilizziamo solamente per due brevi tratti. Superata Salon-de-Provence, ci fermiamo a Pélissanne, in attesa di valutare in funzione delle previsioni meteo se rientrare in Italia passando lungo la costa o se affrontare i passi alpini.
Domenica 26 febbraio - Visto che le previsioni meteo indicano una giornata nuvolosa ma priva di fenomeni piovosi e di nevicate in quota, scegliamo per l’ultima tappa di questo viaggio, di utilizzare la via più diretta, quella che attraversa le Alpi. Ci dirigiamo pertanto prima a Sisteron, poi a Gap e a Briancon e dopo aver superato il colle del Monginevro scendiamo a Susa dove entriamo in autostrada per un rapido ritorno a casa.
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