La cucina boliviana
La Bolivia, chiamata il Tibet del continente americano, per le sue quote
elevate e l'asprezza dei suoi paesaggi, presenta zone geografiche diversissime che spaziano dalle imponenti catene montuose
agli altopiani desertici, dalle giungle nebbiose alle immense savane del bacino amazzonico.
Con un grandioso passato testimoniato da vestigia incaiche e da città coloniali, è uno dei paesi sudamericani più legati
alle tradizioni, giunte sino ai giorni nostri, sia dalla civiltà inca che dalla successiva colonizzazione spagnola. La stessa
popolazione, è costituita da alcune etnie minori e da due gruppi autoctoni principali: gli Amerindi, etnia a cui oltre la
metà degli abitanti rivendica la propria appartenenza ed i discendenti degli antichi conquistadores spagnoli, a cui si
aggiunge una piccola percentuale costituita dai discendenti degli schiavi africani deportati, nel corso del XVI° secolo, per
lavorare nelle miniere di rame di Potosì.
La storia, passata e recente, talvolta violenta e burrascosa che ha contribuito a creare l'immagine di una nazione, covo di
rivoluzionari e di signori della droga, oggi alquanto esagerata, si riflette in maniera tangibile sugli usi e sulle
tradizioni, in ogni angolo del paese. Risalenti al periodo inca ed alla successiva dominazione spagnola, le antiche tradizioni
ancora permeano la vita delle popolazioni indigene. Abitudini e tradizioni che si riflettono anche sulla cucina, che risente
delle influenze di estrazione europea. Una cucina che pur utilizzando un numero limitato di alimenti base, risulta essere
estremamente versatile, con una predominanza di cibi ricchi di amidi e di carboidrati fra le popolazioni degli altipiani ed
un prevalere di pesce, verdure e frutta fra gli abitanti delle pianure.
La carne generalmente accompagnata da riso, patate e lattuga, condita con la llajhua, una salsa piccante a base di
pomodoro, costituisce il pasto tipico boliviano. Il pane è sempre presente nella cucina boliviana sin dal desayuno
(la prima colazione) costituita da una tazza di caffè e da una pagnottina, a cui fa seguito a metà mattina uno spuntino a
base di saltenas, tucumanas, humintas o empanadas; ravioli dalla forma arrotondata, i cui ingredienti base
sono farina, uova e burro, sugosi, speziati e farciti con carne e verdure, da consumarsi nelle bancarelle agli angoli delle
strade o in panetteria. Mentre le saltenas sono più dolci, le tucumanas sono più piccanti e si presentano con un involucro di
pasta più spesso; le empanadas che possono essere fritte o cotte al forno, si distinguono per una copertura di pane. Altri
spuntini caratteristici sono il bunuelo, ciambella dolce ed appiccicosa immersa nello sciroppo di zucchero, il
canape panino alla manioca e formaggio, la llaucha patena, pane soffice impastato con formaggio ed il
tamale, fatto con farina di mais, farcito con carne di manzo, verdure, patate, avvolto in una foglia di granoturco
e cotto al forno o grigliato.
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